Giornata Mondiale dell’Ortottica - Intervista alle Prof.sse M. P. Pizzuti e M. R. Zanasi

Giornata Mondiale dell’Ortottica - Intervista alle Prof.sse M. P. Pizzuti e M. R. Zanasi

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ortottica, la CdA Ortottisti ed Assistenti in Oftalmologia di Roma e provincia ha intervistato le Professoresse Maria Pia Pizzuti e Maria Rosa Zanasi, due ortottiste che si sono distinte nella divulgazione e valorizzazione della professione.

La Prof.ssa Maria Pia Pizzuti è stata fin dai primi anni ’60 docente presso la scuola di ortottica dell’Università La Sapienza di Roma, di cui è diventata responsabile dall’81 al ’99. Nel 2010 l’ASMOOI le ha consegnato un premio per l’impegno profuso nell’insegnamento e nella divulgazione della professione.

La Prof.ssa Maria Rosa Zanasi ha lavorato dal 1994 al 2016 come libero professionista a Modena, ha insegnato presso l’Università del Sacro Cuore di Roma ed è stata docente di numerosi corsi di aggiornamento, è autrice di 45 pubblicazioni e coautrice (primo autore Prof. Bruno Bagolini) del volume “Strabologia Diagnosi e Terapia dello Strabismo e del Nistagmo” 2007, definito dalla Società Svizzera di Oftalmologia una vera e propria Bibbia dell’Ortottica.

Oggi, primo lunedì di Giugno, è la Giornata Mondiale dell’Ortottica. Cosa vi ha portato a scegliere questa professione?

Maria Pia Pizzuti “Sentii parlare di Ortottica in tv, durante un’intervista rivolta al Prof. Bruno Bagolini. Spiegò che l’Ortottica sarebbe stata la professione del futuro ed io andai subito ad informarmi sulla Scuola in cui veniva insegnata. Quell’anno fummo in quattro ad iscriverci. Passavamo tutto il giorno nel reparto di Ortottica; la mattina si faceva il tirocinio pratico con i pazienti, mentre il pomeriggio era dedicato agli esercizi e alla teoria. Seguivamo le lezioni del Prof. Bruno Bagolini e di altri professori”.

Maria Rosa Zanasi “Correva l’anno 1964 quando varcai la soglia della Clinica Oculistica dell’Università di Modena. Avevo diciannove anni ed avevo conseguito la maturità presso l’Istituto Statale Femminile Fermo Corni. Il Prof. Giuseppe Cristini, Direttore della Clinica, stava cercando una tecnica di laboratorio formata presso l’Istituto Statale Enrico Fermi. A causa di un equivoco scaturito dalla similitudine tra i nomi degli istituti, fui chiamata per un colloquio. Il Prof. Giuseppe Cristini mi parlò per la prima volta di Ortottica. Fu l’inizio fortuito di una professione esercitata per cinquantadue anni e vissuta da sempre come una missione”.

Siete state entrambe docenti per molti anni. Quali sono a vostro parere i punti di forza e le carenze da colmare nella preparazione del professionista laureato in Ortottica ed Assistenza Oftalmologica?

Maria Pia Pizzuti “Ritengo che il nuovo ordinamento di studi abbia dato più importanza all’Assistenza Oftalmologica, limitata all’esecuzione degli esami e non all’interpretazione degli stessi, il tutto a discapito dell’Ortottica. L’Ortottica è la disciplina che studia la fisiopatologia della visione binoculare e della muscolatura estrinseca dell’occhio, ed è proprio attraverso questo studio che possiamo interpretare l’esame ortottico e stabilire il trattamento più idoneo”.

Maria Rosa Zanasi “Ho insegnato alla “Scuola diretta a fini speciali” dal 1991 al 1996 e nel 1997 ai medici specializzandi del primo anno di oculistica. Insegnare era un sogno tanto agognato. Ad oggi il punto di forza, il fiore all’occhiello dell’Ortottista Assistente in Oftalmologia è ancora l’Ortottica, perché nessun’altra figura è formata in merito. Purtroppo mi viene riferita una grande disomogeneità tra le diverse scuole; in alcune sono carenti le lezioni teoriche e in altre la preparazione pratica. So anche che alcune università hanno messo al bando l’insegnamento della visione binoculare e degli esercizi ortottici, in primis quelli di convergenza, proprio oggi che con la DAD e lo smartworking sono aumentate le astenopie e il discomfort visivo binoculare. Alle lacune scolastiche hanno in parte sopperito i tanti corsi di formazione e di aggiornamento, i congressi, indetti dall’AiOrAO. In sostanza però, è necessario far presente che per una preparazione completa occorrono più studio e più pratica”.

Nel corso degli anni sono stati fatti molti passi avanti per la professione, tuttavia in diversi contesti risulta ancora scarsa la conoscenza del ruolo dell’Ortottista come riabilitatore visivo. Quali sono le vostre riflessioni in merito?

Maria Pia Pizzuti “L’Ortottica è una scienza in continua evoluzione, nel corso degli anni diversi trattamenti sono stati abbandonati e altri sono stati perfezionati. Resta ancora una professione che necessita d’essere promossa e divulgata correttamente”.

Maria Rosa Zanasi “La confusione di oggi non è tanto diversa da quella di ieri. Da sempre le figure dell’ottico e dell’optometrista vengono sovrapposte alla nostra ed equivocate. Eppure oggi la multidisciplinarietà, l’interscambio con le altre figure sanitarie, il lavoro in team, dovrebbero aver in parte colmato questa carenza. Quello che ogni Ortottista Assistente in Oftalmologia può fare è promuovere la professione e insistere soprattutto sull’indispensablità della Prevenzione.”.

Quali sono i consigli che desidera dare alle nuove generazioni di ortottisti?

Maria Pia Pizzuti “Il consiglio che desidero dare alle giovani generazioni di ortottisti è quello di essere sempre aperti al confronto con i colleghi. Quando nascono dubbi, incertezze, consiglio di riunirsi in gruppi e parlare, raccontare le esperienze professionali personali, chiedere spiegazioni ai colleghi più esperti… L’incontro e il confronto sono un ottimo modo per arricchire il proprio bagaglio culturale”.

Maria Rosa Zanasi “Consiglio di investire sempre nello studio, senza la pretesa di essere onniscenti data la vastità dello scibile umano; si può imparare tutta la vita. Non lesinare spese in libri, corsi di aggiornamento, formazione, congressi etc… Non dermordere nel conservare l’entusiasmo, perché consente di vincere anche le sfide più difficili. Consiglio inoltre di mantenere sempre vivo il confronto e il dialogo, anche con le realtà estere raggiungibili attraverso i programmi di borse di studio e scambi culturali”.