IL TNPEE TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

IL TNPEE TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

La figura, relativamente giovane, del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età evolutiva (TNPEE) inizia la sua evoluzione fin dai primi anni ‘60, grazie all'intuizione di creare un riabilitatore unico per l'età evolutiva da affiancare al lavoro del neuropsichiatra. Tuttavia, si definisce nella sua attuale declinazione solamente nella seconda metà degli anni ‘90, con il Decreto Ministeriale n. 56 del 1997, che identifica la figura sanitaria del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva, dal 2004 collocata tra le professioni sanitarie della riabilitazione nella classe SNT-2.

IL TITOLO PROFESSIONALE 

Il titolo di TNPEE si ottiene con una Laurea Triennale di primo livello e abilita a svolgere interventi di prevenzione, riabilitazione e abilitazione in collaborazione con un'equipe multiprofessionale. In virtù della formazione specialistica in età pediatrica, noi Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva ci occupiamo in modo elettivo della presa in carico di bambini e adolescenti da 0 a 18 anni, che presentano disturbi del neurosviluppo nelle aree della neuro e psicomotricità, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo. Svolgiamo inoltre attività di studio, di didattica e ricerca specifica applicata, nonché di consulenza professionale.

IERI: ALCUNI STRUMENTI 

In linea con i principi del modello biopsicosociale, siamo sempre attenti a considerare per ogni fascia d'età il delicato equilibrio tra competenze e funzioni, ma anche tra evoluzione e stadio di sviluppo, adottando tecniche e metodi riabilitativi aggiornati, basati sulle evidenze scientifiche. Utilizziamo come strumenti elettivi l'interazione, l'espressione corporea, la comunicazione e il movimento. Attraverso il gioco e l'interazione corporea creiamo con il bambino dei profondi spazi di condivisione, in grado di favorire in modo ‘ecologico’ il suo potenziale di sviluppo. In quest'ottica, il contatto e la vicinanza per noi sono da sempre una caratteristica imprescindibile dell'intervento.

OGGI: TRA ADATTAMENTO E RISCOPERTA 

È possibile essere TNPEE al tempo del Coronavirus? Noi pensiamo di sì, ma è innegabile che l'attuale emergenza ha posto a noi TNPEE importanti sfide adattive.

L'adesione alle norme di distanziamento sociale e la necessità di sospendere gli incontri in presenza ci hanno costretto all'uso di supporti telematici a distanza e a rinunciare a quella parte fondamentale dell'intervento, costituita dal contatto corporeo con il bambino.

Ma l'occasione ci ha offerto anche la possibilità di riscoprire la potenza di alcune tecniche e strumenti da sempre a nostra disposizione. In particolare: la cura nella scelta e organizzazione del setting, in questo caso domestico, e dei suoi spazi, la creazione di routine condivise, la capacità di fornire una prevedibilità e la selezione attenta del materiale a seconda degli obiettivi. Abbiamo imparato inoltre a potenziare l'utilizzo del corpo e della comunicazione non verbale per veicolare il contenuto dei messaggi rivolti ai bambini dietro gli schermi, offrendo al tempo stesso un modello al genitore che oggi, più di prima, è coinvolto attivamente nei nostri incontri. La continua trasmissione di competenze ai contesti di vita è, infatti, un altro elemento essenziale dell’intervento nell’ottica biopsicosociale e, in tal senso, non dobbiamo mai dimenticare che il coinvolgimento attivo della famiglia è fondamentale nel percorso di cura del bambino.

DOMANI, FASE 3: RITORNO AL FUTURO 

In questi mesi abbiamo sperimentato l'importanza del ruolo terapeutico a distanza, utilizzando il tempo a disposizione anche per riscoprire la nostra professione. Questa nuova sfida ci ha donato la possibilità di entrare in punta di piedi nelle case dei nostri pazienti e ci ha offerto l'occasione di accompagnare le famiglie nel contatto delicato con potenzialità e fragilità dei propri bambini, insegnando loro a guardarle con occhi diversi.

Oggi possiamo dire di aver provato a trovare un nuovo equilibrio, di esserci adattati.

Cosa succederà domani? Ogni esperienza rappresenta una fonte di apprendimento e, in quest'ottica, sapremo fare tesoro delle riscoperte tecniche e delle potenzialità degli strumenti a nostra disposizione, per tornare domani a creare nuovi e profondi spazi di condivisione, in grado di favorire in modo ecologico il potenziale di sviluppo dei nostri bambini.