Gli audioprotesisti e la sfida della ripartenza post Covid19

Gli audioprotesisti e la sfida della ripartenza post Covid19

Dopo circa due mesi di inevitabile shock e disorientamento vissuto da ognuno di noi, le città italiane stanno ripartendo e ogni giorno sempre più persone girano per le strade. Vediamo circolare molte più macchine e diverse attività riaprire. Dal 18 maggio moltissime attività del commercio al minuto hanno ripreso il loro lavoro. Questo porterà ad un maggior numero di persone in circolazione. La nostra professione è pronta alla ripartenza?

I CINQUE PASSAGGI CONSIGLIATI DALL’AEA

Innanzitutto, cittadini e lavoratori dovranno impegnarsi a fare il possibile per evitare che il coronavirus si diffonda. Anche noi Audioprotesisti quindi dobbiamo essere adeguatamente protetti e attenti, a maggior ragione visto che i nostri pazienti hanno solitamente un’età superiore ai 65 anni, proprio l’età più colpita dagli effetti del Covid19.

Secondo le indicazioni della AEA (l’Associazione Europea degli Audioprotesisti) dobbiamo fare attenzione a cinque passaggi importanti. Questo il link per consultare il documento integrale.

Primo passaggio: la chiamata per assistenza.

Quando il nostro paziente chiama, bisogna provare a risolvere, se possibile, la consulenza o la problematica via telefono o in videochiamata.

Se il paziente necessita di materiale - ad esempio batterie, prodotti per la pulizia o altro – si potranno inviare per posta o corriere.

Secondo passaggio: la richiesta di un appuntamento in studio.

Nel caso di una visita da eseguire nel centro, è utile già durante la chiamata per l’appuntamento eseguire il Triage Covid19 per telefono. Diversamente, se il paziente si dovesse presentare direttamente in studio, si esegue durante l’incontro.

A questo link potete trovare le domande consigliate per procedere al Triage.

Terzo passaggio: l’appuntamento in studio.

Alcune operazioni, sempre secondo l’AEA, potrebbero essere eseguite anche senza l’uso della mascherina chirurgica dopo aver adottato però alcune misure:

  • Rendere disponibili prodotti disinfettanti e per la sanificazione;
  • Pulire frequentemente le stanze, poltrone, sedie, maniglie e scrivanie con disinfettanti a base di alcol o cloro;
  • Consentire al massimo due persone nella sala di attesa, o più se la sala è molto ampia, ognuno ad almeno un metro di distanza;
  • Rispettare la medesima distanza anche tra il personale e il paziente;
  • Lavarsi frequentemente le mani ed evitare di toccarsi naso, occhi e bocca;

L’audioprotesista e il consulente devono indossare guanti. Anche il paziente e l’eventuale accompagnatore devono indossare guanti quando entrano nel centro acustico.

Secondo l’AEA gli atti possibili senza mascherina sono i seguenti:

  • Ricezioni e riconsegna di apparecchi acustici difettosi o non funzionanti senza necessità di toccare il paziente;
  • Verifica e pulizia degli apparecchi acustici e degli accessori;
  • Verifica strumentale del funzionamento degli apparecchi acustici;
  • Fornitura delle batterie e prodotti di manutenzione e pulizia;
  • Informazioni generali e altre semplici richieste.

Anche se l’AEA non lo ritiene indispensabile noi consigliamo però, per una maggiore tutela, di usare anche in queste attività le mascherine chirurgiche e di renderle disponibili ai pazienti e agli accompagnatori qualora ne fossero sprovvisti. Tra l’altro, secondo le direttive della Regione Lazio, sono obbligatorie in questa fase.

Quarto passaggio: visite negli uffici e negli studi tecnici.

Dopo che il paziente ha eseguito il Triage si può accedere nelle stanze tecniche. Nessuno salvo il paziente e l’Audioprotesista dovrebbe entrarvi. In questo passaggio bisogna indossare mascherine chirurgiche di classe I (EN 14683: 2014) anche se, a nostro avviso, sono più adeguate quelle di classe IIR (EN 14683: 2014). Prima di infilare i guanti, è buona abitudine disinfettare le mani. A questo punto si possono eseguire tutte le prestazioni necessarie per il paziente.

Nel caso ci fosse la necessità di avvicinarsi al paziente, si potrebbe indossare un caschetto con visiera trasparente protettiva oltre alla mascherina chirurgica. Tutti i materiali utilizzati devono essere adeguatamente disinfettati e dove possibile essere di tipo monouso.

Rimane aperta la problematica che riguarda le difficoltà che i deboli di udito hanno quando incontrano le persone che hanno la bocca coperta dalle mascherine, perché in questo modo non riescono ad aiutarsi leggendo le parole dal movimento delle labbra. Un tema che sarà oggetto di ulteriori approfondimento.

Quinto passaggio: le visite a domicilio con mascherine protettive di classe IIR (EN 14683: 2014) e guanti.

La AEA non consiglia le visite a domicilio ma quando inevitabili suggerisce alcune raccomandazioni.

Indossare la mascherina indicata, disinfettare bene le mani e mettere i guanti. Portare con sé mascherina e guanti di riserva per il paziente qualora non ne avesse, in quanto necessarie anche per lui. La distanza sociale dovrebbe essere rispettata quanto più possibile.

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CDA – Tecnici Audioprotesisti