Disturbi psicosociali, operatori sanitari in prima linea tra i più a rischio. Formazione e comunicazione contro lo stress

Disturbi psicosociali, operatori sanitari in prima linea tra i più a rischio. Formazione e comunicazione contro lo stress

Nessuno conosce gli effetti che la pandemia avrà sulla psiche, ma le restrizioni della prima fase dell’emergenza hanno aumentato vari fattori di rischio psicosociale. Molti studi riportano, infatti, casi di professionisti della salute con sintomi di esaurimento professionale durante la pandemia, per questo le istituzioni sanitarie devono intervenire

 

Quella che ci siamo lasciati alle spalle è solo una puntata di un film che dobbiamo ancora finire di girare ed il cui finale dipende molto dalle prossime battute. Le scene che hanno concluso la prima fase della emergenza Covid-19 creano forti timori e grandi interrogativi. Il lockdown e la crisi economica legata alla disoccupazione hanno sicuramente peggiorato un contesto di salute pubblica del nostro Paese in cui depressione e isolamento sociale, problemi spesso stigmatizzati, banalizzati o ignorati, impattano significativamente sulla probabilità di malattie e di mortalità prematura. 

 

ANSIA E DEPRESSIONE POST PANDEMIA

Il numero di vite perse a causa del Covid-19 sarà sminuito dal numero di vite perse a causa degli effetti indotti a catena dalla risposta alla pandemia? 

Il rischio è reale. Gli eventi epidemici comportano un elevato rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione, comportamenti auto ed eteroaggressivi associati a maggior rischio di abuso di alcool e sostanze, e violenza domestica. Le restrizioni della prima fase dell’emergenza hanno aumentato vari fattori di rischio psicosociale, come stress economico, disoccupazione, lutto, perdita del ruolo e del lavoro, rottura delle relazioni. 

In un primo momento, l’emergenza Covid-19 ha portato gli organi istituzionali e la comunità medico-scientifica a concentrarsi sulle morti causate dal virus. Nella fase attuale, in risposta alle problematiche economiche, i governi hanno posto termine al lockdown, affrontando il problema di garantire misure di sicurezza e un’adeguata comunicazione alla cittadinanza. 

Nel proseguimento dei piani di risposta al Covid-19, allo scopo di promuovere la salute e prevenire comportamenti a rischio, i governi saranno chiamati a mantenere la spesa socio-sanitaria in linea con la domanda,

evitando politiche di austerità, ma sarà prioritario inserire interventi sanitari fondati su evidenze e azioni di sostegno e protezione diretti sia alla popolazione generale che alle persone con particolare vulnerabilità bio-psico-sociale e non ultimo alle persone ad alto rischio, come i soccorritori e i professionisti sanitari.

Nei confronti della popolazione, obiettivi da non mancare sono quelli della teleassistenza e della telemedicina. Essi rappresentano interventi psicosociali efficaci e sostenibili attraverso sistemi tecnologici di comunicazione di gruppo: audio/video chat e di diagnosi: radiologia domiciliare.

 

PERCHE’ IL BENESSERE DEGLI OPERATORI È IMPORTANTE

Nei confronti dei professionisti sanitari, l’aumento dei carichi di lavoro, la necessità di protezioni personali, e la paura di contrarre l’infezione per sé e per i propri familiari rendono necessaria una rapid review sugli effetti psicologici nella gestione di nuove epidemie e sulle strategie per far fronte allo stress. 

Molti studi riportano, infatti, casi di professionisti della salute con sintomi di esaurimento professionale durante la pandemia. La stessa fase di attuale ripresa in pieno delle attività, in cui l’obiettivo è recuperare tutti quei volumi di prestazioni sospese per il Covid-19, rappresenta un’ulteriore fonte di stress. 

La pandemia, quindi, ha sottolineato la forte necessità di dare attenzione e priorità alla sicurezza e al benessere degli operatori impegnati in prima linea nelle situazioni di contenimento della diffusione del contagio, sostenendo la loro salute emotiva, fisica, psichica, sociale e intellettuale: garantire una qualità di vita può consentire loro anche una migliore capacità nella qualità della cura.

Curare persone con bisogni multipli, fisici e psichici, rappresenta, inoltre, un’attività che necessita di scambi tra operatori, integrazione tra professionisti, collaborazione con i familiari e i caregiver.

Questo è sicuramente un aspetto che non può essere trascurato e non deve essere rimandato: lo sanno bene gli Albi delle professioni sanitarie poiché lo stress a cui è sottoposto il professionista sanitario potrebbe causare la riduzione delle ore di lavoro o l’abbandono della professione.

Le istituzioni sanitarie devono prendere atto che è necessario occuparsi dello stress del proprio personale e adottare misure utili per identificare il fenomeno e trovare soluzioni, sostenendo formazione e comunicazione, aspetti psicologici, sovraccarico lavorativo, supporto personale e fattori sociali (ad esempio attenzione alla rappresentazione mediatica degli operatori sanitari).

Fattori di rischio e fattori protettivi devono essere un punto di partenza per il nostro maxi-Ordine delle professioni sanitarie, al fine di affrontare rischi e problematiche della pandemia presente e delle eventuali, future epidemie, relativamente a operatori e servizi sanitari.