La Presidente della Commissione d’Albo Assistenti Sanitari di Roma e Provincia, Rachele Brancaleoni, ha inaugurato la sua relazione intitolata “Ben-essere attivo: assistenti sanitari - guardiani della salute”, con il concetto di prevenzione, elemento fondamentale per migliorare la qualità della vita e ridurre i costi sanitari.
Il DM 77/2022 ridefinisce l'assistenza territoriale, potenziando la sanità di prossimità con Case della Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali. In questo contesto l'Assistente Sanitario assume un ruolo chiave nella prevenzione, educazione alla salute e sorveglianza epidemiologica, integrandosi nei nuovi modelli assistenziali per rafforzare la presa in carico della popolazione. Ruolo che la Presidente della Commissione d’Albo Assistenti Sanitari di Roma e Provincia, Rachele Brancaleoni, ha illustrato nel corso dell’evento “Innovazione e sostenibilità nella sanità territoriale: il contributo degli Assistenti Sanitari” organizzato presso il Consiglio regionale del Lazio dall’OrdineTSRM e PSTRP di Roma e Provincia.
La dottoressa Brancaleoni, con la sua relazione intitolata “Ben-essere attivo: assistenti sanitari - guardiani della salute”, è partita dal concetto di prevenzione, elemento fondamentale per migliorare la qualità della vita e ridurre i costi sanitari. “Il concetto di QALY (Quality-Adjusted Life Year) misura il guadagno in anni di vita ponderati per la qualità, dimostrando che gli interventi preventivi aumentano sia la durata che il benessere della vita – spiega la Presidente della Commissione d’Albo Assistenti Sanitari di Roma e Provincia -. Un'elevata QALY si traduce in minori ricoveri, riduzione delle malattie croniche e maggiore produttività, con un impatto positivo sull'economia, abbattendo la spesa sanitaria e favorendo la crescita socioeconomica”.
La dottoressa Brancaleoni si è poi focalizzata sul Piano Regionale di Prevenzione e sulla necessità di integrare Assistenti Sanitari nelle ASL del territorio laziale: dati della FNO TSRM e PSTRP mostrano come nel Lazio il rapporto Assistenti Sanitari/abitanti sia di 1/39.908 mentre la media italiana è di uno ogni 14.976 abitanti. Alla luce di questi numeri, la proposta portata dalla CdA è proprio quella di implementare e integrare i programmi di prevenzione. “Ricordiamo che l’assistente sanitario lavora per coordinare e facilitare l'accesso a diverse risorse sanitarie, contribuendo a migliorare il benessere della comunità. Favorisce l’empowerment individuale e di comunità, ossia il processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita”, evidenziala Presidente Brancaleoni.
Infine, sono stati analizzati benefici e sfide di questo approccio: “Fra i benefici troviamo sicuramente una maggiore efficacia a fronte di una riduzione dei costi, maggiore equità e sinergia tra i professionisti. Fra le sfide possiamo annoverare la mancanza di risorse, la frammentazione dei servizi e la resistenza al cambiamento”, conclude la Presidente della Commissione d’Albo Assistenti Sanitari di Roma e Provincia.