Il ruolo del Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva per la sorveglianza nelle in Tin, Consultori e scuole
Si stima che circa un bambino su 77 soffra di un disturbo dello spettro autistico, cinque su 100 manifestano un disturbo del linguaggio o dell’apprendimento e da 3,5 a cinque su 100 un deficit dell’attenzione e iperattività (fonte: Istituto Superiore di Sanità). Questo solamente per citare i disturbi del neurosviluppo più frequenti. Nel panorama italiano, inoltre, negli ultimi 10 anni si è osservato il raddoppio degli utenti seguiti nei servizi di neuropsichiatria infanzia e adolescenza (NPIA), con dati allarmanti riportati nell’ultimo rapporto del gruppo CRC, secondo cui nel nostro Paese disturbi neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza, in forme e dimensioni diverse, colpiscono dal 10% al 20% della popolazione dei minori di età, ovvero quasi due milioni tra bambini e adolescenti da 0-17 anni, con una netta prevalenza del genere femminile. I dati ISTAT ci parlano di 899.176 minori di 18 anni nella sola regione Lazio. I dati dell’Ufficio Scolastico Regionale relativi agli alunni con disabilità, presenti dalle scuole di infanzia fino alle scuole secondarie di secondo grado, raccontano un’elevata concentrazione sul territorio di Roma e provincia di alunni con disabilità, per un totale di circa 32.612 alunni. Un dato allarmante che tuttavia sembra sottostimare la realtà, poiché riferito ai soli alunni certificati e, quindi, tracciabili a partire solamente dai 3 anni di età, che lascia un’ampia zona grigia di urgente monitoraggio nella fascia 0-3 anni. Questi sono i dati che la Presidente Stefania Cortese, della Commissione d’Albo TNPEE di Roma e provincia, ha portato all’attenzione dei presenti nell’incontro del 22 ottobre scorso presso il Consiglio Regionale del Lazio, orientando il focus sull’importanza di allocare adeguate risorse alla sorveglianza dell’infanzia e dell’adolescenza per un impatto significativo a breve, medio e lungo termine sull’intero sistema sanitario e sulla stessa società.
All’interno dei Livelli Essenziali per l’Assistenza (LEA), le iniziative di prevenzione primaria, così come gli interventi tempestivi e precoci, hanno carattere programmatico prioritario, assumendo valore protettivo nelle traiettorie di sviluppo. “Per questo motivo il contributo del TNPEE – spiega la Presidente Cortese - come unica figura sanitaria dell’area riabilitativa che si forma esclusivamente in età evolutiva, a potenziamento delle equipe multidisciplinari può rivestire un ruolo cruciale nella gestione della sorveglianza e del carico di salute nella rete di prossimità e nei luoghi di prevenzione primaria e secondaria quali: consultori, terapie intensive neonatali (TIN), nidi e scuole.” Il contributo che la figura specialistica del TNPEE può fornire insieme ad altri professionisti sanitari si può declinare nella formazione, nella consulenza, nei progetti di screening e follow up all’interno dei consultori; nelle iniziative di supporto alla genitorialità, negli screening, nei follow up ma anche nel primo intervento di stimolazione tempestivo e precoce nelle unità di terapia intensiva neonatale; e ancora con consulenze, screening, progetti di prevenzione e formazione nei nidi e nelle scuole.
“Crediamo fermamente che il TNPEE sia in grado di garantire una importante positiva ricaduta sulla gestione delle liste d’attesa in termini di ottimizzazione delle risorse, riduzione immediata dei costi, risparmi a lungo termine, riduzione dei tempi di attesa, tempestività della risposta", conclude la Presidente Cortese. In un paese il cui dato di natalità sembra orientare le risposte delle politiche sanitarie e socioassistenziali all’età adulta, è urgente un grande atto rivoluzionario e lungimirante di potenziamento della risposta assistenziale specialistica in età evolutiva per una risposta efficace alle imponenti sfide della tempestività, capillarità e ottimizzazione delle risorse, per una sanità di prossimità specialistica a misura del bambino di oggi ma anche dell’adulto di domani.